Le telecamere violavano l’intimità degli ospiti. Assente anche un’informativa adatta 

I sistemi di videosorveglianza non possono essere installati in luoghi dove può essere violata la sfera di intimità e la dignità delle persone. Se poi il sistema riprende soggetti ciechi o ipovedenti, non basta informare quest’ultimi sulla presenza delle telecamere attraverso mezzi tradizionali, come i cartelli, ma devono essere utilizzati strumenti adatti, come i messaggi audio.

Questa la decisione del Garante per la privacy che ha sanzionato una residenza per persone cieche, che si erano lamentate per l’installazione di un sistema di videosorveglianza in grado di riprenderle in momenti privati della loro vita.

I reclamanti protestavano, in particolare, perché le telecamere interne inquadravano anche il corridoio che collegava i loro alloggi con le docce comuni. Le riprese, inoltre, non solo erano registrate, ma erano mostrate in tempo reale sui monitor degli operatori della portineria, con il rischio che le immagini venissero accidentalmente viste anche da visitatori o fornitori.

Nel corso dell’istruttoria, l’amministrazione dell’Istituto aveva giustificato l’installazione del sistema di videosorveglianza con la necessità di difendersi da furti e di garantire la sicurezza sanitaria degli ospiti, evitando accessi non autorizzati nel periodo di pandemia. L’amministrazione sosteneva poi che i residenti erano stati informati della presenza delle telecamere con cartelli e appositi segnali sonori.

Nel provvedimento sanzionatorio il Garante ha sottolineato che la scelta di installare l’impianto di videosorveglianza nel corridoio che conduce alle docce lede la sfera personale degli ospiti, e che tale scelta non può essere giustificata da generiche esigenze di sicurezza, che avrebbero potuto comunque essere soddisfatte dall’Istituto con modalità meno invasive per gli ospiti. L’Autorità ha anche rilevato che l’Istituto non aveva neppure informato correttamente i residenti sulla presenza delle telecamere, tanto che ha affisso alla bacheca un’informativa dettagliata sul sistema di videosorveglianza solo dopo l’avvio dell’istruttoria. La nuova informativa, per giunta, non era adatta agli ospiti della struttura che, eventualmente, avrebbero dovuto riceverla con un messaggio audio preregistrato, riascoltabile a richiesta.

Tenuto conto del fatto che le violazioni alla privacy sono avvenute per un periodo di tempo limitato e che le telecamere del corridoio sono state disattivate nel corso dell’istruttoria, all’Istituto è stata comminata una sanzione di 5.000 euro. L’Istituto entro trenta giorni dovrà rendere disponibile agli ospiti, anche in formato audio, l’informativa completa sul trattamento dei dati personali.

 

RossellaCronacaLe telecamere violavano l’intimità degli ospiti. Assente anche un’informativa adatta  I sistemi di videosorveglianza non possono essere installati in luoghi dove può essere violata la sfera di intimità e la dignità delle persone. Se poi il sistema riprende soggetti ciechi o ipovedenti, non basta informare quest’ultimi sulla presenza delle telecamere...